La cistite è un’infiammazione della vescica urinaria, organo dedicato alla raccolta dell’urina. Nella maggior parte dei casi la causa dell’infiammazione è un’infezione che coinvolge il tessuto che riveste internamente le vie urinarie..
L’infezione che provoca la cistite è causata da batteri che popolano il colon e nel 65-75% dei casi si tratta dell’Escherichia coli. Altri batteri possono essere lo Streptococcus, oppure altri germi aerobi della flora fecale come Proteus, Klebsiella, Serratia, Enterobacter e Pseudomonas.
Può manifestarsi con sintomi variabili a seconda delle caratteristiche del paziente (età, sesso, condizioni patologiche associate) e dell’agente responsabile dell’infezione.
Un sintomo molto comune è la emissione stentata, con difficoltà, delle urine con aumentata frequenza delle minzioni a volte accompagnata da febbre.
Colpisce con maggiore frequenza le donne poiché la loro uretra è più corta di quella degli uomini e quindi più facilmente contaminabile da batteri fecali che dall’uretra passano poi alla vescica.
La diagnosi di cistite si basa su esame urine ed urinocultura che rivelano l’eventuale presenza di batteri patogeni identificandone il tipo e permettendo quindi un’azione mirata per il suo trattamento con specifici antibiotici ( chinolonici , fosfomicina o beta lattamici ) che devono essere prescritti dal medico una volta identificato il battere responsabile dell’infezione.
Esistono tuttavia rimedi simil naturali per migliorare la problematica:
Studi scientifici hanno dimostrato che il D-mannosio (è uno zucchero semplice che non viene metabolizzato e quindi arriva a livello delle urine in alta concentrazione) è in grado di impedire l’adesione dei batteri patogeni al tessuto che riveste le vie urinarie riducendo significativamente la frequenza delle recidive e può essere usato come alternativa o complemento della terapia antibiotica.
Studi clinici recenti dimostrano che l’uso del cranberry (mirtillo rosso o Vaccinium macrocarpon) permette di ridurre il numero di cistiti in un’incidenza che va dal 20 al 50% all’anno.
L’assunzione del cranberry modifica la composizione chimica dell’urina in modo da inibire l’aderenza dei batteri, in particolare dell’Escherichia coli, alle pareti della vescica. Quest’azione sembra dovuta alla presenza, nella pianta, di diverse sostanze ed in particolare delle proantocianidine (tannini condensati) ad elevato peso molecolare.
Poiché l’azione delle sostanze del cranberry non è battericida, il mirtillo rosso non induce fenomeni di resistenza ai batteri responsabili della cistite. Pertanto rappresenta una valida alternativa ai trattamenti antibiotici e costituisce un nuovo approccio strategico, soprattutto nella profilassi delle infezioni urinarie recidivanti.