ARRIVA LA BELLA STAGIONE: il tuo pet ha bisogno di un antiparassitario

 

COME PROTEGGERE I NOSTRI AMICI A QUATTRO ZAMPE?

Pulci, pidocchi, zecche e zanzare, ma anche pappataci e mosche cavalline: i parassiti di cane e gatto sono diversi, ma quasi tutti fastidiosi e potenzialmente pericolosi. Saperli riconoscere, individuarne l’habitat e prevederne il comportamento è la strategia migliore per adottare le giuste contromisure e proteggere la salute dei nostri amici a quattro zampe.

 

PULCI

Tra i parassiti di cane e gatto, le pulci sono i più comuni. Le pulci possono veicolare malattie come le infezioni da tenia o da bartonella e causare dermatite allergica. Le pulci adulte sono attive soprattutto tra la tarda primavera e l’inizio dell’autunno, ma possono resistere anche agli inverni più miti. Nelle zone più calde, possono sopravvivere tutto l’anno.

Tra i sintomi sospetti, si ricordano:

 

  • Puntini neri sul pelo: le pulci sul cane o gatto possono essere identificate per via di puntini neri sul pelo.
  •  Pettine per pulci
  • Far scorrere il pettine nel pelo dell’animale, fino a raggiungere la cute. Eventuali puntini neri presenti sul pettine possono essere le feci delle pulci.
  •  Tovagliolo di carta bianco
  • Porre un tovagliolo di carta bianco sotto l’animale e sfregare il pelo con le mani. Le eventuali particelle nere che compaiono sul tovagliolo possono essere le feci delle pulci.
  • Prurito costante, prevalentemente concentrato nella zona della testa, del collo, delle orecchie e nella regione dorsale, che porta il cane o il gatto a grattarsi di frequente
  • Irrequietezza: il gatto o il cane si strofinano o scuotono la testa, si mordicchiano il pelo o si leccano insistentemente
  • Aree alopeciche, gonfiori e croste oltre che pustole e piaghe

 

ZECCHE

Le zecche sono parassiti ematofagi: per sopravvivere, devono nutrirsi di sangue. Prediligono le temperature miti e gli ambienti umidi e ombreggiati ma si possono trovare ovunque. Le zecche possono trasmettere all’animale domestico malattie anche gravi, come l’ehrlichiosi​  la babesiosi e la malattia di Lyme, in grado di causare gravi problemi di salute anche agli esseri umani. I principali segni di una possibile infestazione da zecche nel cane o nel gatto sono i seguenti: 

 

  • Febbre
  • Zoppia e dolore
  • Perdita dell’appetito
  • Tosse
  • Letargia o depressione

Se si sospetta che il proprio animale sia stato morso da una zecca, occorre contattare immediatamente il veterinario per programmare una visita e un esame del sangue.

 

PIDOCCHI

Il pidocchio è un piccolo insetto che si nutre di sangue e può vivere come parassita su cani e gatti. Le infestazioni da pidocchi nel cane e nel gatto avvengono in situazioni di sovraffollamento e scarse condizioni igieniche generali oppure in soggetti debilitati per altre malattie. Poiché il pelo invernale rappresenta un habitat ideale per i pidocchi, l’infestazione si verifica soprattutto nella stagione più fredda mentre il grado di infestazione si riduce durante il calore estivo.

I pidocchi possono essere trasmessi da soggetto sano a soggetto infestato tramite il contatto diretto o indiretto, attraverso tappeti, coperte, cucce o l’utilizzo di spazzole o pettini infestati. I pidocchi non sopravvivono più di 2-3 giorni al di fuori dell’ospite con un rischio minore, anche se presente, di infestazione dell’animale domestico.

Il più importante pidocchio che colpisce il cane è Trichodectes Canis mentre nel gatto è comune la specie Felicola Subrostratus. Sia nel cane sia nel gatto, alcuni sintomi sono:

 

  • Prurito 
  • Alopecia
  • Croste ed escoriazioni

Il trattamento dei pidocchi richiede l’applicazione di insetticidi sugli animali colpiti, così come su tutti coloro che sono stati in contatto con gli animali infestati. Un’accurata decontaminazione dell’ambiente è essenziale.

 

FLEBOTOMI (PAPPATACI)

I flebotomi (pappataci) sono piccoli insetti con grandi ali. Simili alle zanzare, sono animali notturni ed ematofagi. Sono generalmente più attivi tra maggio e ottobre. I flebotomi possono trasmettere al cane diverse malattie, tra cui la leishmaniosi, particolarmente grave e difficile da curare. Si tratta di PARASSITI dannosi sia per i cani che per l’uomo, in molte regioni con climi mediterranei, subtropicali o tropicali. 

Il miglior rimedio alle punture di pappataci è la prevenzione. Un’accortezza consiste nell’evitare i ristagni idrici (attenzione, ad esempio, all’acqua che resta nei sottovasi) e l’accumulo di detriti organici, che, per i pappataci, rappresentano gli habitat perfetti in cui riprodursi.

Altre strategie contro le punture di pappataci consistono nel:

 

  • limitare le passeggiate serali o notturne del cane;
  • permettere all’animale di dormire dentro casa, soprattutto in estate e se si vive in zone endemiche;
  • prestare particolare cura e attenzione alla cuccia del cane;
  • utilizzare sull’animale prodotti repellenti specifici, rispettando la corretta frequenza di applicazione.

Quando il cane vive in un’area endemica per la LEISHMANIOSI o vi si reca e nel periodo di attività dei flebotomi  (maggio-ottobre), è raccomandato dai veterinari proteggere il cane utilizzando un prodotto che agisca, oltre che contro PULCI e ZECCHE, anche contro i flebotomi o pappataci.

 

ZANZARE

Le zanzare svolgono un ruolo fondamentale nella trasmissione di importanti malattie che colpiscono l’uomo, come malaria, encefalite virale, febbre gialla, febbre chikungunyae dengue. Nel cane, le zanzare sono vettori dei vermi nematodi Dirofilaria Immitis (responsabile della Filariosi Cardiopolmonare) e Dirofilaria Repens (responsabile della Filariosi Sottocutanea). Il periodo di attività principale è in primavera ed estate. Mentre la specie Culex è attiva nelle ore serali e notturne, la Zanzara Tigre è attiva nelle ore diurne. Oggi, quindi, il rischio di trasmissione delle Filarie copre tutte le 24 ore.

 

MOSCA CAVALLINA

La famiglia dei Muscidae comprende numerose specie di mosche. In particolare, la mosca cavallina o mosca delle stalle (Stomoxys Calcitrans) non possiede un ospite preferenziale, per cui attacca e punge qualsiasi mammifero (cavalli, bovini, cani) e l’uomo. Molto dolorose, tali punture possono causare:

 

  • irritazione cutanea/sanguinamenti
  • croste, dermatite necrotica e deformazione dei padiglioni auricolari nei casi più gravi.

Nelle aree a rischio di presenza della mosca cavallina, vale a dire nei paraggi di allevamenti di cavalli e bovini, e durante i mesi primaverili ed estivi, è consigliato l’impiego di sostanze repellenti come le permetrine.

Le maschere? Non solo a Carnevale!!!

Veri e propri concentrati attivi di bellezza, le maschere per il viso sono prodotti sos di cui non si dovrebbe fare a meno, soprattutto nella stagione invernale (ma non solo).

La pelle in ogni stagione ci lancia infatti richieste d’aiuto: irritazioni, rossori, pizzicori, secchezza, disidratazione si fanno largo tra il clima più rigido, il vento e il sole che la mettono a dura prova.

I trattamenti in maschera sono innumerevoli e il viso ringrazia sia durante che dopo l’applicazione: la pelle si fa immediatamente più elastica, morbida e fresca, in poche parole rigenerata. Le formulazioni più moderne contengono anche attivi protettivi (per contrastare ad esempio il freddo, lo smog e l’inquinamento), oltre che ad avere azione idratante, elasticizzante, antiossidante, lenitiva e antiage.          

Gli attivi principali antietà sono Acido Ialuronico, collagene e vitamina E, abbinati a sostanze lenitive e idratanti come L’Aloe Vera, il burro di karitè e l’olio di Argan. A completare la formulazione principi attivi detox o purificanti come il carbone vegetale, l’argilla verde e lo zinco, indicati soprattutto per una pelle più grassa o acneica.

La maschera è un trattamento “coccola” per eccellenza, con diversi modi di applicazione, risciacquo, profumazioni: che siano in crema/gel o tessuto, possono richiedere un tempo di posa davvero minimo (quindi più pratiche per chi è sempre di fretta), piuttosto che prolungato fino a 20-30 minuti per una pausa relax intensa. Non dimentichiamo poi le maschere da notte, da lasciare in posa mentre si dorme, dall’azione altamente rigenerante legata all’attività notturna delle cellule.

Una volta individuata la maschera più adatta alle esigenze della nostra pelle, si potrà abbinare alla beauty routine corretta, per un’azione skincare totale a 360 gradi.

Perché non solo i supereroi indossano una maschera!  

GRAVIDANZA: DIAMO IL GIUSTO PESO …. AL PESO

Una dieta sana, varia ed equilibrata è consigliata a tutti. Ma diventa un presupposto essenziale per favorire il buon esito della gravidanza, per far nascere il bimbo in salute e, contemporaneamente, porre le basi per il suo stato di benessere futuro.

Nel primo trimestre l’aumento di peso riguarda soprattutto la mamma: aumenta il volume dell’utero, del seno, del plasma circolante e del tessuto adiposo. Nel secondo e terzo trimestre invece l’aumento ponderale è maggiore, circa un chilo al mese, poiché si accrescono feto e placenta. L’incremento di peso però non è uguale per tutte le donne, ma dipende dall’indice di massa corporea prima del concepimento: le donne sottopeso potranno aumentare di 12,5-18kg, quelle normopeso di 9-16kg, quelle in sovrappeso di 7-11,5kg. E’ bene quindi per la futura mamma mangiare con moderazione e in modo vario sin dai primi mesi, in quanto l’alimentazione deve coprire sia i suoi fabbisogni che quelli del feto. In Italia sono più frequenti le gravidanze in cui il peso della gestante è eccessivo, forse perché vige quel famoso detto che in gravidanza bisogna “mangiare per due”. Falso!!! Il fabbisogno di energia aumenta in media solo di 250-300 chilocalorie al giorno: +70 nel primo trimestre, +260 nel secondo e +500 nel terzo.

Mantenere l’aumento di peso nei limiti riduce il rischio di diabete gestazionale, ipertensione, gestosi, parti prematuri. Anche i bambini nati sovrappeso rischiano maggiormente di sviluppare asma, diabete, obesità da adulti. Quindi meglio abbondare di frutta, verdura, cereali integrali, evitando grassi saturi che potrebbero aumentare il rischio di malformazioni fetali e patologie in gravidanza.

L’alimentazione deve prevedere un’integrazione di proteine, da incrementare progressivamente col passare dei mesi: carne, pesce, latticini, uova e legumi. Il fabbisogno di carboidrati deve rimanere attorno al 45-60%, preferendo carboidrati integrali a basso indice glicemico e limitando gli zuccheri semplici al 15%. Il fabbisogno di grassi non aumenta in gravidanza, deve rimanere perciò tra il 20% e il 35%. Gli integratori da aggiungere all’alimentazione corretta sono folati, ferro, iodio, calcio e vitamina D.   E’ consigliato abbinare ai tre pasti principali due o tre spuntini, il che può aiutare anche a gestire nausea o  bruciori di stomaco tipici della gravidanza. Non dimentichiamo di sottolineare l’importanza dell’idratazione: vanno consumati almeno 2 litri al giorno, evitando il consumo di bevande zuccherate ed alcolici. 

Se non ci sono controindicazioni, sottolineiamo l’importanza dell’attività fisica in gravidanza: sono sufficienti 30 minuti al giorno per quasi tutti i giorni della settimana di esercizio aerobico a bassa intensità, come camminate, nuoto, cyclette.

Per ogni dubbio, perplessità o consiglio basta chiedere al ginecologo o al tuo farmacista di fiducia, oppure farsi seguire se necessario dal nostro nutrizionista.  

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